IN viaggio TRA le luminarie salentine

DA ELEMENTI VOTIVI A VERI E PROPRI LIGHTING SHOW: SCOPRIAMO LE LUMINARIE SALENTINE A FIRMA DE CAGNA

About Team: Elisabetta Paiano | Bulbus Lighting Studio | Torino

by ELISABETTA PAIANO

Il Salento per me è la seconda casa. Tutti gli anni, nel periodo estivo, torno per riabbracciare una parte della famiglia ed ogni volta rimango sorpresa per come questo territorio riesca a mantenere vive le tradizioni. Un’autenticità genuina, che sfugge agli effetti negativi della globalizzazione culturale.

Perfino il giornalista Daniel Sheffler del New York Times, visitando il nostro Paese, non ha potuto far a meno di innamorarsi di questa terra, inserendo la Puglia fra le 52 mete da visitare nel 2019. (Clicca qui per leggere l’articolo.)

VIAGGIO FRA LE LUCI DEL SALENTO

L’anno scorso, più o meno verso la fine di agosto, ho deciso di recarmi a Scorrano.

Scorrano è un piccolo paese della provincia di Lecce simile a tanti altri. Il suo centro storico, un tempo fortificato, sembra rimasto congelato in un tempo antico, con le sue case rivestite in pietra leccese cavata nella zona. Le costruzioni assumono colorazioni diverse nell’arco della giornata e riflettono la luce del mattino con un color avorio per scurirsi poi la sera: in un ciclo che si ripete uguale a sé stesso da secoli.

Ma perché visitare Scorrano, se tutto è sempre così simile a se stesso?

Perché in questo paese la tradizione popolare, non scritta, colloca la nascita delle luminarie legate al superamento di una grave pestilenza. Ed è qui che incontrerò uno dei più grandi maestri della zona: Cesario De Cagna; colui che ha creato, insieme ad altri artigiani operanti nel settore,  la tradizione delle “Luminarie Salentine”.

COSA SONO LE LUMINARIE SALENTINE?

Quando diciamo luminarie salentine ci riferiamo alla decorazione di strade e piazze attraverso strutture verticali in legno che sorreggono elementi decorativi in stile barocco quali archi, rosoni e pareti. Tutto è rivestito da lampadine che la notte si accendono, creando un tripudio di luci e colori.

In Salento, tutti i paesi, anche i borghi più piccoli, onorano il Santo Protettore illuminando, nelle calde serate estive, strade e piazze con un’allegria di scintillanti luci colorate, riprese in cielo da sfavillanti spettacoli pirotecnici.

La peculiarità di Scorrano, cadendo la ricorrenza della Santa Patrona ai primi di luglio, era quella di divenire una vetrina dalla quale, i promotori delle feste patronali di tutto il Salento, sceglievano “la parazione” dei paesi, con la firma dei contratti. Oggi, resta il luogo in cui i principali costruttori esprimono il massimo della loro fantasia artistica per creare la scultura di luce più accattivante. Ma la vetrina è diventata ormai nazionale ed internazionale, richiamando buyer da ogni parte del mondo.

IL PUNTO DI VISTA DEL COSTRUTTORE: L’AZIENDA DE CAGNA

A pochi passi da Scorrano, c’è la città di Maglie. Il luogo dove abbiamo visitato la ditta De Cagna, uno dei principali produttori di luminarie salentine.

Ad accoglierci c’era il maestro Cesario De Cagna, che ha accolto in eredità l’azienda dal padre, trasmettendo la sua passione ai 4 figli: Giuseppe, Henry, Boris ed Ermes; che ora hanno l’onore di portarne avanti l’attività.

Una volta dentro, ci si rende subito conto di come tutto sia ancora prodotto in maniera artigianale. Nella zona falegnameria, osserviamo su di un tavolo un rosone in legno ancora da terminare. A giorni, ci dicono, dovrà partire alla volta del Giappone.

Cesario De Cagna racconta, con gli occhi luccicanti a causa del ricordo, di Kobe. La città, tra le più importanti del Giappone, è tristemente famosa per le 6000 vittime del terribile terremoto del 17 gennaio 1995. Più tardi quell’anno, ricorda De Cagna, arrivammo a Kobe, una città distrutta e lacerata dal sisma, ancora piangente i suoi figli. Vi portammo le nostre luci, le “luminarie salentine”, che diventarono in quel contesto le luci della “memoria”, ma ancor di più della speranza. 

LE LUMINARIE SALENTINE FRA TECNOLOGIA E TRADIZIONE

In passato le lampadine erano a incandescenza. Perciò, per alimentare le luminarie di un paese erano necessari migliaia di KW di potenza. Decine di gruppi elettrogeni garantivano la continuità di fornitura dell’energia elettrica. L’accensione, invece, era manuale: venivano scesi “li coltelli” per attivare l’illuminazione a piccoli settori, evitando il rischio blackout di tutto l’impianto.

Oggi, l’adozione della tecnologia LED ha davvero stravolto la vecchia concezione di luminarie. A parità di flusso, la stessa lampadina a LED può consumare fino all’80% in meno.

Grazie ai LED, negli ultimi anni le luminarie hanno iniziato a diventare sempre più imponenti, poiché la potenza elettrica non rappresenta più un limite. Pertanto, una volta realizzata la struttura, è possibile montare lampadine per creare qualsiasi cosa: dalla riproduzione della Tour Eiffel, fino a cupole dal diametro di 20 metri. Cesario ci racconta che nel 2016, a Maglie durante i festeggiamenti per San Nicola, è stato riprodotto in scala il Tower Bridge di Londra. La passerella era addirittura pedonale e la gente era disposta a farsi ore di coda pur di gustare l’immersione in questo mondo magico di luci e colori.

Le luminarie sono diventate un vero e proprio show. Le lampadine sono gestite direttamente da sistemi di controllo che a ritmo di musica si accendo, si spengono e cambiano colore; creando un’atmosfera quasi psichedelica. Sono spettacoli che durano una decina di minuti al ritmo incalzante di musica pop-rock; per un effetto “wow” da lasciar la gente senza fiato.

Sarà che abituarsi al cambiamento è sempre difficile, ma per me le luminarie sono tutto fuorché le protagoniste della festa. Le luminarie devono essere atmosfera, unione. I veri protagonisti sono i festeggiamenti del Santo che per giorni fermano interi borghi e lasciano il tempo di incontrare famigliari e amici. Sono gli orchestrali che propongono brani di Verdi, Puccini, Mozart. Musicisti eccezionali assoldati tra i più bravi di tutta Italia. Sono i prodotti del territorio preparati da mani sapienti di volenterosi salentini e salentine. Le pucce, le municchedde, le orecchiette. Sono lo scrocchiare dei gusci di mandorle e delle arachidi sotto le scarpe, perché non è festa se non compri un sacchetto di frutta secca, meglio ancora se te lo regala la nonna. La pizzica, i tamburelli, i ragazzini di 10 anni che parlano dialetto.

Questa non vuole essere una critica, ma solo il racconto di una sensazione oltretutto molto personale. Recentemente hanno fatto parlare del Salento più le luminarie che qualsiasi altro tipo di attrazione turistica. Ultimo fra gli esempi, ma solo in ordine temporale, la sfilata della Cruise Collection 2021 della casa di moda francese Dior. Il défilé, fortemente voluto dalla Direttrice Artistica del settore donna, Maria Grazia Chiuri, ha celebrato Lecce come crocevia della cultura mediterranea, attraverso le espressioni della cultura salentina più note: fra cui, per l’appunto, le luminarie. 

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Non ci resta che fare i complimenti alla ditta De Cagna, espressione di come l’artigianato locale italiano non tema confronti neanche a livello internazionale

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