Euroluce 2019: l'esperienza di bulbus

un viaggio tra innovazione tecnologica, performance, installazioni artistiche e sostenibilità ambientale

About Team: Emanuele Berteletti | Bulbus Lighting Studio | Torino

by EMANUELE BERTELETTI

Nella settimana dal 9 al 14 aprile ha avuto luogo Euroluce 2019, evento biennale che nel contesto della Design Week milanese presenta le soluzioni più innovative nel campo del lighting design.

Il Salone Internazionale dell’Illuminazione, giunto alla sua trentesima edizione, conta più di 420 standisti nazionali ed esteri, rappresentanti di una sempre maggior vastità di campi d’applicazione: dal domestico, all’industriale; dagli apparecchi per spettacoli/eventi, alle applicazioni nel campo della sicurezza; dal settore ospedaliero, alla domotica.

Per sei giorni i Padiglioni 9-11 e 13-15 della Fiera si sono animati di espositori, buyer, architetti, designer e semplici curiosi; pronti a scoprire le ultime novità dell’illuminotecnica.

Noi di Bulbus vogliamo raccontarvi questa edizione più che mai dedicata all’innovazione “invisibile”: ovvero non quella formale e fisica, che definisce il carattere estetico degli apparecchi; quanto quella tecnologica che, a livello di software, insiste sulla ricerca dell’efficienza energetica, della sostenibilità, della riduzione dei costi, della durata degli apparecchi ed, infine, sulla gestione interattiva ed integrata dei sistemi.

EUROLUCE 2019: TRADIZIONE E LIVE PERFORMANCE

L’aspetto più tradizionale della fiera si trova sicuramente nel padiglione 9, dove gli stand vedono il trionfo dell’arte vetraria in ogni sua forma. Apparecchi che hanno il sapore di installazioni dal forte carattere decorativo, atti a stupire e rivendicare la padronanza artigianale tipica degli albori di questo settore. Tutto, ovviamente, ad uso e consumo del mercato russo, arabo e cinese; i cui buyer sono quanto mai presenti. 

La sensazione che ci sia poca innovazione visibile trova conferma nell’uso del vetro. Il materiale per antonomasia degli apparecchi luminosi è impiegato per la creazione di piani perfetti e superfici irregolari, trasparenze totali e leggere satinature, finiture colorate che ricreano effetti iridescenti.

Nei padiglioni successivi, Euroluce 2019, ospita le grandi aziende del settore. È nostra intenzione sorvolare su quegli stand organizzati come immensi lounge, dove il prodotto passa in secondo piano rispetto all’esito di trattative commerciali scandite a colpi di prosecco.

Al contrario, consideriamo una piacevole nota di colore l’esperienza multisensoriale fornita al visitatore attraverso il coinvolgimento in live performance. Ad esempio, da Serip, un concerto al pianoforte accompagna il visitatore in un romantico giardino d’autunno, costellato di pendenti LED rivestiti in cristalli dalle forme organiche. Foscarini crea un ambiente-labirinto, dove gli apparecchi si nascondono in nicchie specchiate, aumentando e diminuendo la propria intensità luminosa a ritmo di musica. Sergey Makhno mostra dal vivo come i propri artigiani modellino le grandi parabole in terracotta delle lampade presenti in esposizione.

INTERATTIVITA’ E COSCIENZA AMBIENTALE

Artemide, invece, punta sull’esperienza ambientale grazie allo stand progettato da Michele De Lucchi. Lo spazio si apre al pubblico su una grande hall che introduce a Geo Li-Fi ed Artemide App. L’integrazione fra sistema illuminotecnico ed applicazione per smartphone che permette di connettere fra loro più apparecchi arricchendoli di nuove funzionalità: controllo vocale, sensori di passaggio, tunable white e gestione a distanza. Fra pieni e vuoti il cui denominatore comune è sempre la luce, vengono presentate le nuove creazioni disegnate da BIG (La Linea), Fratelli Campana (Irupé) ed Atelier OÏ (Vitruvio). La visita culmina all’interno di un giardino costellato dai grandi classici della produzione Artemide, arricchito da proiezioni 3D e ledwall. Un’esperienza immersiva che guida il visitatore in una riflessione sui valori progettuali di sostenibilità produttiva e responsabilità ambientale.

Il concetto di coinvolgimento del visitatore prende sicuramente spunto dalle performance alle quali si era soliti assistere al di là dalle mura elitarie della Fiera. In quel Fuorisalone nato indipendente, che ora fa parte integrante della Design Week, confermando lo stato di reciproca influenza fra questi due mondi una volta in contrasto.

LIBERTA’ D’USO TOTALE

Tema ormai diffusissimo nelledizione di Euroluce 2019 è quello dell’apparecchio portatile: lampade dotate di batterie ricaricabili USB o Wireless che possono essere trasportate fra gli ambienti o all’esterno, adattandosi nella forma a varie soluzioni d’uso. Si va dall’ormai classica Battery 9140 di Kartell alle nuove Jaqueline di Penta, Kiki di Martinelli e Parrot di Tobias Grau. Concetto che si affianca a quello vastamente sperimentato dell’inclusione di funzioni su cui quest’anno si cimentano colossi come Foscarini ed Ikea. I primi propongono Madre: una grande anfora illuminante disegnata da Andrea Anastasio; mentre la multinazionale svedese collabora con Sonos per sviluppare Symfonisk, uno smart speaker integrato nel design di una lampada da tavolo.

È inoltre curioso notare come le soluzioni stilistiche adottate per caratterizzare gli apparecchi non conoscano vie di mezzo: alcuni oggetti colpiscono per la loro opulenza e ridondanza formale a scopo puramente decorativo. Altri puntano tutto sull’essenzialità, espressione di un’evoluzione tecnologica che ha notevolmente ridotto la componente hardware delle ottiche e delle sorgenti. In questo senso è principalmente l’inclusione fra materiali diversi a permettere nuovi sviluppi espressivi: ritroviamo ottone ed alabastro in Alchimie T di Catellani&Smith; mentre la serie Josephine di Contardi sfrutta il tessuto come un filtro decorativo; infine, i preziosi incastri fra vetro decorato ed ottone creati da Elena Salmistraro per Il Fanale, danno vita alle lampade-gioiello della famiglia Miami.

 

ILLUMINARE OVUNQUE

Il tema tecnologicamente più complesso, resta quello del poter illuminare spazi diversi dell’ambiente attraverso un unico punto luce, sia esso a parete o a soffitto. Una questione particolarmente ostica a chi si occupa di ristrutturazioni, che trova finalmente soluzioni tecnologiche e formali convincenti.

Martinelli Luce propone una strip LED dimmerabile integrata a una fascia di tessuto elastico, il risultato stupisce per l’effetto essenziale e decorativo, permettendo di caratterizzare gli ambienti con linee di luce e colore. Davide Groppi si cimenta con un concept apparentemente impossibile: considerare pareti e soffitti come circuiti elettronici per posizionarvi gli apparecchi con la massima libertà. Ciò si traduce in un sottile segno grafico, una striscia adesiva, in grado di creare la differenza di potenziale per alimentare una o più sorgenti sulla stessa linea. Il nastro conduttore, quindi, può essere applicato a ogni superficie, diventando elemento funzionale e decorativo.

Da ultimo, il designer Stefan Diez, sviluppa per Vibia il sistema Plusminus. L’alimentazione, in questo caso, proviene da una cinghia piatta nella cui trama vengono inseriti filamenti di rame conduttivi. Prodotta in diversi colori e finiture, può essere usata in accordo o contrasto con le pareti e gli apparecchi illuminanti disponibili, a loro volta, in diversi formati. Una piccola sfera in vetro sabbiato, una strip montata in un sottile cassetto metallico, una campana a parabola riflettente in acciaio satinato e, infine, faretti con ottica intercambiabile per fornire luce diffusa o d’accento. Ogni apparecchio presenta sulla scocca delle puntine di rame in grado di ricevere corrente dalla cinghia, alimentando la sorgente LED per contatto. L’innovazione, però, non risiede soltanto nel cablaggio, ma anche nel sistema dei ganci di bloccaggio scorrevoli, che danno la libertà alle lampade di scorrere lungo tutto il cavo, posizionandosi di volta in volta dove vi sia necessità.

Insomma, Euroluce 2019 è stata per molti versi la fiera delle contrapposizioni e della varietà, ispirazioni sempre più globali che hanno reso difficile stabilire verso quale direzione stia evolvendo il lighting design. Il maggiore contrasto appare soprattutto fra una tradizione fortemente rappresentata da materiali e metodi di lavorazione artigianali; e lo spingersi della tecnologia verso la minimizzazione dell’hardware, portando sempre più verso la miniaturizzazione delle componenti e la gestione digitale degli apparecchi.

Facebook
Google+
Twitter
LinkedIn

BULBUS LIGHTING STUDIO

Via Boucheron ,14
Cap. 10122 Torino
Tel. +39 011 19 70 23 80
Mail: studio@bulbus.it

Torna in alto